(CAVALIERI MARVEL)
N° 62
ARMI IMMORTALI
Di Carlo Monni
1.
John Aman, un tempo
conosciuto come Amazing Man ed oggi come il Principe degli Orfani, comincia a
parlare indicando l’uomo decisamente molto grasso che indossa solo una fascia
intorno ai fianchi nello stile dei lottatori di sumo:
-Potreste essere
tentati di sottovalutare Cobra Grasso a causa del suo aspetto e dei suoi modi.
Nacque molti decenni fa, nessuno sa quanti, nella mistica isola di Peng-Lai e
studiò le arti marziali. Vorrei dire che fu uno studente brillante ma mentirei.
Quel che gli mancava in abilità era, però, compensato dalla determinazione… o
forse dovremmo chiamarla ostinazione oppure, come ebbe a dire il suo maestro,
forse era solo troppo stupido per capire quando arrendersi.
Poco importa perché
alla fine egli riuscì nell’impresa e divenne il più grande guerriero di
Peng-Lai.
Visse molte
avventure, alcune delle quali appartengono al reame della leggende. Conobbe
eroi e criminali, celebrò vittorie e subì amare sconfitte.
Infine tornò nella
sua isola natale pronto alla sua più grande sfida e stavolta deciso a vincerla
Certo ama un po’
troppo le donne e il vino e la sua moralità non è certo specchiata, ma quando è
il momento di combattere non si tira indietro… ed è questo ciò che conta
dopotutto.-
Il Principe degli Orfani tace.
Quando Mike “Furetto” De Marco si
ferma davanti a lei, Elektra sfodera il suo migliore sorriso e accavalla le
gambe mostrando intenzionalmente una porzione generosa di cosce… e non solo. La
reazione di De Marco non è dissimile da quella di Michael Douglas davanti a
Sharon Stone in una famosa scena di “Basic instinct”.
-Mi pare di capire
che stai cercando compagnia.- le dice riprendendo il controllo.
-Dipende dalla
compagnia.- replica Elektra.
-Ti dispiace se mi
siedo con te?-
-Certo che no… fai
pure.-
De Marco la scruta cercando di
capire se quella che gli sta di fronte è una prostituta d’alto bordo in cerca
di facoltosi clienti o se è solo una signora dei quartieri alti in cerca di
emozioni forti. Non sarebbe la prima che mi capita, pensa. Le dilettanti sono
sempre più divertenti delle professioniste.
Senza darlo a vedere anche Elektra
lo scruta. Capisce perché lo chiamano Furetto: è scattante e sfuggente e
probabilmente anche pericoloso, ma lei l’ha agganciato con l’unica sua vera
debolezza.
-Mi chiamo Mike De
Marco.- si presenta lui.
-Un nome che mi
pare di aver sentito in TV. Sei un attore?-
-Molto meglio…,
puoi dire che sono un imprenditore.-:
-Io sono Mary
Salvatore.-
-Nome italiano come
il mio e sei davvero una bellezza mediterranea… che ne dici se ce ne andiamo in
un posto più tranquillo?- le chiede lui.
-Tipo il tuo
appartamento?- risponde Elektra –Perché no?-
-Ottimo.-
Il viaggio è relativamente breve.
Elektra deve dominarsi mentre lui le mette le mani addosso, ma ha una parte da
recitare e deve arrivare sino in fondo.
Quando finalmente sono in camera da
letto, De Marco manda via le sue guardie del corpo e dopo che la porta si è
chiusa abbraccia la donna che crede chiamarsi Mary Salvatore.
-Sarà una notte
indimenticabile, Baby.- le sussurra baciandola sul collo.
-Per te lo sarà di
certo… verme.- replica Elektra.
In un primo momento De Marco non
capisce cosa stia succedendo, poi si ritrae portandosi le mani alla gola. La
donna ha in mano quella che sembra una piccola stella di metallo.
De Marco tenta di parlare ma non ci
riesce. Ha appena il tempo di capire che Elektra gli ha squarciato la carotide
e che lui sta annegando nel suo stesso sangue che piomba al suolo
Elektra lo scavalca e si dirige
verso la porta della stanza.
Quando giunge alla villa dove era
stata portata in mattinata, Nina McCabe la trova praticamente vuota La ragazza
misteriosa non c’è. Le guardie del corpo presenti le hanno detto di aspettare
ma lei si sta annoiando. Magari è il momento giusto per fare un po’ di
esplorazione.
Sale senza far rumore al piano
superiore, dove ci sono le camere da letto. Entra nella prima calpestando il
tatami senza riguardo. Su un mobiletto c’è una foto: è la misteriosa ragazza
giapponese assieme ad un uomo, giapponese anche lui, con una pettinatura
strana. Che sia il suo misterioso committente?
Un rumore alle sue spalle la fa
voltare di scatto. Davanti a lei due guardie del corpo con le pistole spianate.
-Non avresti dovuto
venire qui.- dice uno –l’oyabun non ama che si frughi tra le sue cose.-
-Che ci posso fare
se sono curiosa?- replica la ragazza.
Guardando i due con più attenzione
si accorge che dalle loro camice spuntano dei tatuaggi e che ad uno di loro
manca una falange del mignolo. Elektra le ha insegnato che si tratta di rituali
della Yakuza. Quindi lei ha ucciso dei boss rivali di quello per cui lavora? Oh
Beh… in fondo non le importa
Con una mossa rapida estrae uno dei
due sai che porta sempre legati agli stivali e lo lancia sul primo uomo che è
colto in pieno petto. L’altro non ha il tempo di reagire che uno shuriken
attraversa l’aria squarciandogli la gola.
Nina li osserva: morti entrambi. Non
aveva bisogno di ucciderli, ma non le era piaciuto che le puntassero contro le
loro armi ed aveva reagito d’istinto.
Non prova nulla al pensiero che ha
ucciso due uomini che non le avevano fatto niente. Li scavalca semplicemente e
scende verso il piano inferiore.
È pericoloso stuzzicare un Cigno
Nero, pensa, e le sfugge un sorriso.
2.
Il Principe degli Orfani riprende a parlare
indicando una giovane orientale in cui capelli sono acconciati in due chignon
gemelli e che indossa una sorta di guêpière ed una lunga gonna con spacchi laterali
oltre a guanti neri che arrivano sino al gomito:
-Molto poco si sa
di colei che è chiamata la Sposa dei Nove Ragni. Si dice che sia immortale ed
altre leggende dicono che se si riesce ad ucciderla lei si reincarna in una
fanciulla ed il suo ciclo ricomincia. Dicono anche che il suo sguardo può far
impazzire chi lo incrocia.
Quel che è certo è
che è un ottima combattente e che dal suo petto e dalla bocca può generare orde
di ragni che sommergono i suoi opponenti e lo uccidono col loro veleno.
Farsi ingannare dal
suo aspetto avvenente e voluttuoso può essere un grave errore. Pochi l’hanno
sfidata e sono vissuti per raccontarlo.-
Ancora una volta John Aman fa una
pausa.
Natasha Romanoff siede accanto ad
Andrei Rostov che è alla guida della Mercedes che li sta portando verso San
Pietroburgo. I suoi pensieri non sono piacevoli: Il ricordo del suo incontro
con il marito che credeva defunto continua a tormentarla. Se non fosse per la
sua vendetta su Ivan il Terribile, direbbe che il suo ritorno in Russia è stato
un fallimento: Alexei Vazhin è ancora in carcere alla Lubyanka e Debra Levin è
stata sicuramente catturata a sua volta. Quanto a lei… è una fuggiasca nella
sua terra natia, un pensiero quasi insopportabile.
-Mi spiace
Natasha.- le dice improvvisamente Andrei –Ci vuole troppo.-
-Non preoccuparti
per me.- replica lei quasi infastidita -Facevo questi giochetti quando tu eri
ancora all’accademia. Me la caverò… e quanto bene stiamo per scoprirlo.-
Davanti a loro un posto di blocco.
Quando è mossa dall’odio la donna
chiamata Nekra diventa pressoché invulnerabile e superforte ed ora odia l’uomo
che ha fatto fallire il suo progetto terrorista: Rick Mason, noto anche come
l’Agente
-Ti ucciderò, ti
ucciderò.- ripete ossessivamente Nekra e potrebbe riuscirci perché lui non
riesce a liberarsi dalla sua stretta e presto lei gli spaccherà l’osso ioide.
Improvvisamente la navetta sbanda
mentre precipita a candela e Nekra perde la presa. Quando Mason ha sparato al
quadro comandi per sabotare i lanciamissili ha danneggiato anche il pilota
automatico.
Meraviglioso, pensa, o mi uccide
Nekra o mi schianterò al suolo. Posso scegliere di che morte morire, sono
davvero fortunato.
3.
John Aman indica la seconda donna
del gruppo. Apparentemente anche lei è cinese, il suo volto è coperto dagli
occhi in giù da una maschera di metallo dorato, lo stesso materiale di cui è
fatta una tiara posta sulla fronte. A parte un perizoma di seta rossa ai
fianchi ed una fascia dello stesso colore a cingerle i seni, il suo solo
abbigliamento sono delle fasce rosse su braccia e gambe. In entrambe le mani
stringe un ventaglio
Ancora una volta il Principe degli
Orfani parla.
-Il suo vero nome
non ha importanza e forse nemmeno le circostanze in cui accadde. Fatto sta che
il destino la costrinse a seguire la via delle arti marziali ed accettare su di
sé il manto ed il potere della leggendaria Tigre Guerriera.
Istruì le donne del
suo villaggio nelle arti della guerra e le condusse in una battaglia che i loro
uomini non volevano combattere. Fu una battaglia aspra e molti morirono da
entrambe le parti. Al suo ritorno fu accolta con tutti gli onori e proclamata
signora del villaggio.
Quanto tempo fa e
dove avvenne tutto questo? Ha importanza quando si parla di leggende? Forse è
avvenuto sulla Terra che voi conoscete o forse in un reame di sogno, magari lo
stesso che oggi rappresenta. Chi può dirlo veramente? Non certo io.-
E chissà cosa pensa Bella Figlia
della Tigre sotto la sua maschera.
La Mercedes rallenta fino a fermarsi
e dopo che i vetri sono stati abbassati un poliziotto si sporge dentro dal lato
del guidatore.
-I vostri documenti,
prego.- chiede.
Senza tradire la minima emozione
Andrei Rostov porge i falsi documenti preparati per lui e la Vedova Nera.
-Uhm Oleksandr
Andryievitch Kirilenko e Oksana Mykulaiyevna Petrenko. Ucraini, vedo. Gli
ucraini non sono molto ben visti qui in questi giorni.-
-Noi non ci
occupiamo di politica.- ribatte Rostov senza tradire emozioni –Io ho un
appuntamento d’affari a San Pietroburgo e la signorina mi assiste.-
-Una dama di
compagnia?- c’è dell’ironia in quelle parole.
Il poliziotto la squadra
attentamente e Natasha si irrigidisce. Se ha mangiato la foglia… se è davvero
lei che stanno cercando ed è stata riconosciuta non si farà certo catturare
senza combattere… ma forse il poliziotto sta solo ammirando una bella donna ed
invidiando il conducente di quella bella auto. Natasha abbozza un sorriso al
suo indirizzo.
Il Poliziotto restituisce i
documenti e fa loro cenno di proseguire.
-Quel poliziotto
non sa quanto è stato fortunato.- commenta Rostov non appena si sono
allontanati.
-Che intendi dire?-
ribatte Natasha.
-Che se ti avesse
riconosciuto ora sarebbe pronto per l’ospedale. Per sua fortuna era più
interessato alle tue tette che alla tua faccia.-
Natasha sorride.
-Sei così sicuro
che ce la saremmo cavata?- chiede.
-Una mezza dozzina
di poliziotti contro la letale Vedova Nera, l’originale non un’imitazione si
badi bene, e il Guardiano d’Acciaio? Non avevano speranze. Ci avrebbero fatto
saltare la copertura, però, e la cosa mi avrebbe seccato non poco, credimi.-
E Natasha non può dargli torto.
Quando Frankie “Naso Piatto” Torello rientra nella sua villa
blindata di Chicago è furioso: qualcuno ha attaccato Mike De Marco, il suo
braccio destro. Le sue guardie del corpo sono tutte morte, la sua camera da letto
è un lago di sangue ma di lui non c’è traccia: se hanno ucciso anche lui, hanno
portato via il corpo, ma perché? Al club che frequenta di solito l’hanno visto
andar via con una donna, ma una donna sola non può certo essere capace di
uccidere tutti quegli uomini armati e per giunta soltanto con un coltello o
qualcosa di simile.
Naso Piatto è stato trattenuto alla
Centrale di Polizia finora ma hanno dovuto rilasciarlo. Sanno che lui è il capo
del Sindacato di Chicago, l’organizzazione criminale che un tempo dominava la
città, ma non hanno prove contro di lui. La Polizia non sembra molto
dispiaciuta della scomparsa di Furetto e Naso Piatto crede che non si darà
molto da fare per scoprire che fine ha fatto: dovrà pensarci lui.
Entra a passo di corsa nel suo
studio e si blocca di colpo: seduto alla scrivania c’è proprio Furetto
decisamente stecchito.
-Ma cosa...?-
esclama.
La porta dello studio si chiude alle
sue spalle e lui sente qualcosa di acuminato contro la schiena.
-Non preoccuparti
di lui.- gli sussurra una voce femminile –Presto gli farai compagnia.-
-Tu…- la voce gli
esce quasi a fatica -… se mi uccidi, non uscirai viva di qui, chiunque tu sia.-
-Oh sì… che lo
farò… a differenza di te, Suzy Berengetti ti manda i suoi saluti.-
Frankie Naso Piatto ha il tempo di
sentire due lame gemelle penetrare la sua schiena e trapassarla da parte a
parte. I polmoni gli si riempiono di sangue. Prova ad urlare ma dalla gola gli
esce solo una sorta di rantolo.
Elektra sfila il sai dalla sua
schiena e Naso Piatto piomba al suolo con un tonfo. Dall’altro lato della porta
si sente una voce:
-Capo, che
succede?-
La porta comincia ad aprirsi ed
Elektra sorride.
4.
Gli occhi si puntano sull’ultima
delle Armi Immortali. Il guerriero ha un’evidente origine cinese ed indossa un’antica
armatura medievale. Nella mano destra ha una spada con l’impugnatura di bambù.
Ancora una volta è John Aman a
descriverlo:
-Fratello Cane
Numero Uno è l’ultimo di una linea di guerrieri che si tramandano questo ruolo
da tempo immemorabile. Dicono le leggende che abbia un legame empatico con i
cani randagi che lo accompagnano e che in qualche modo questo sia legato alla
sua semimmortalità.
Si narra che
l’attuale Fratello Cane Numero Uno fosse appena un bambino quando i suoi
genitori furono uccisi a Hong Kong nel corso della prima guerra dell’oppio nel
1841. Questo lo condusse sul sentiero aspro della vendetta. La sua strada si
incrociò con quella del precedente Fratello Cane che vide il suo potenziale e
decise di insegnargli le arti marziali.
Il ragazzo studiò
con impegno ed arrivò ad apprendere i segreti dei poteri di Fratello Cane e
quando questi rimase ucciso, era pronto a prenderne il posto e seguirne il
tortuoso cammino.
Ottenne la sua
vendetta? Nessuno lo sa per certo e lui non ne parla mai.-
Dal guerriero solo un cenno
d’assenso.
Nina attraversa il salone nel
silenzio più assoluto e senza manifestare la minima emozione sul suo volto di
adolescente. Si guarda intorno nella speranza di trovare indizi sull’identità
dei suoi committenti. Le servirebbe un modo di abbinare i volti visti nelle
foto a dei nomi. Non avrebbe dovuto uccidere le guardie prima di farle parlare.
Ha agito di impulso e deve anche ammettere di sentirsi esaltata, tuttavia… lei
è una straniera in Giappone e non sa come muoversi. Cosa può fare?
Il rumore di un’auto in arrivo
attira la sua attenzione. Si sta fermando proprio nel viale d’ingresso. Forse
ora avrà una risposta alle sue domande. Non se ne accorge, ma sul suo volto si
è appena formato un sorriso crudele.
Inutile, pensa Rick Mason, non ce la
faccio: Nekra mi sta strangolando. Un velo nero gli cala sugli occhi e lui si
prepara a morire.
Un rumore fortissimo raggiunge le
sue orecchie. Improvvisamente non sente più le mani di Nekra sul suo collo. Che
sia questa la morte?
L’acqua che gli arriva alla gola gli
fa capire di essere ancora vivo. La navetta è piombata nel fiume Potomac e
questo ha allontanato Nekra. Rick non ha tempo di pensare a lei, deve salvarsi
la vita.
Non sa come è riuscito da uscire
dalla navetta, si preoccupa di nuotare verso la superficie mentre le braccia
gli sembrano di piombo e quasi non sente più le gambe. Non può fermarsi, non
deve.
Finalmente arriva in superficie e
respira a pieni polmoni. È vivo…. È
vivo.
5.
Miranda Rand prende la parola:
-Rimani solo tu,
John Aman, Amazing Man, Principe degli Orfani o comunque tu voglia farti
chiamare. Qual è la tua storia?-
John Aman sorride mentre risponde:
-Forse ti sembrerà
familiare, ragazza, o lo sembrerà a tuo fratello: è la storia di un bambino, un
orfano a cui avevano ucciso i genitori, allevato in una lamasseria nascosta in
Tibet dove gli furono insegnate le arti marziali ed altre segrete discipline,
tra cui l’abilità di mutare il suo corpo in una nebbia verde. Quando ebbe
raggiunto i 25 anni fu inviato tra la sua gente col compito di combattere il
male in tutte le sue forme. Era il 1939.-
-In effetti,
assomiglia alla mia storia.- commenta Iron Fist.
-Cosa accadde
dopo?- insiste Miranda.
-Cosa accadde?- il
volto di Aman si incupisce –Nei panni di Amazing Man combattei molti nemici e
mi feci una certa fama tra gli avventurieri in costume. Avevo una nemesi, un
monaco rinnegato, che mi trovai davanti spesso. Si faceva chiamare La Grande
Domanda, non ho mai capito il perché. Oltre a lui mi scontrai con i soliti
criminali, scienziati pazzi e naturalmente spie naziste. Gli Stati Uniti non
erano ancora in guerra ma sembrava comunque che ci fossero nazisti in agguato
dietro ogni angolo. Poi venne Pearl Harbor e tutto cambiò per me.-
-In che senso?-
chiede Danny.
-Amazing Man morì e
nacque il Principe degli Orfani.- replica Aman –Ti basti sapere questo.-
È abbastanza ovvio che Aman non vuol
dire di più. Miranda fa per dire qualcosa ma Orson Randall la blocca.
-Non è il momento,
ragazza.- le dice –Se mai vorrà dire qualcosa di più, lo farà quando lo riterrà
opportuno, non prima. Ora dobbiamo pensare alle sfide che ci aspettano. Il
torneo sta per cominciare.-
Quanto è durato il viaggio verso San
Pietroburgo? Sotto certi aspetti alla Vedova Nera è sembrata un’eternità ma ora
sono finalmente arrivati alla meta.
-Qual è il piano
adesso?- chiede Natasha.
-Tu prenderai il
traghetto per la Finlandia.- risponde Andrei Rostov –Io ho altro da fare.-
-Se rimani qui in
Russia finiranno con lo scoprirti.-
-Chi può dirlo?
Sono un uomo dalle molte risorse, ormai dovresti saperlo.-
Natasha fissa i suoi occhi scuri,
effetto di lenti a contatto colorate, e li trova, come sempre, impenetrabili.
-Ci sono molte cose
che non mi hai detto.- conclude –Ma ho imparato a rispettare i segreti altrui.-
-Grazie. Quando
sarai sbarcata a Helsinki, contatta la sede locale dello S.H.I.E.L.D. sapranno
cosa fare.-
-Un viaggio via
mare dalla Russia alla Finlandia con le forze di sicurezza alle calcagna.-
riflette la Vedova –Sembra di essere tornati ai tempi dell’Unione Sovietica.-
-La storia tende a
ripetersi se non si imparano le sue lezioni.- è il commento di Rostov.
-Bada a te, Andrei,
se questo è davvero il tuo nome, non vorrei che capitasse qualcosa anche a te.-
D’impulso Natasha lo bacia e quando
si stacca da lui, Rostov commenta:
-Adoro essere
salutato così.-
Natasha sorride, scende dalla
Mercedes e si avvia verso la banchina mentre Rostov si attarda a guardarla
-Addio, zarina.-
sussurra.
Lascia la Mercedes in un angolo e
scuote la testa. Gli piaceva quell’auto ma tutto deve finire prima o poi. Si
guarda intorno e poi entra in una palazzina che dà sul fiume Neva. Senza fretta
raggiunge un appartamento del terzo piano e lì si libera del travestimento. In
pochi minuti è un altro uomo, pronto ad una nuova sfida.
Ha
appena terminato di infilarsi il costume da Guardiano d’Acciaio che la finestra
s’infrange ed una figura vola letteralmente all’interno. Il Guardiano si abbassa
rapidamente la maschera sul volto mentre riconosce la donna bionda che indossa
un costume bianco e violetto ed esclama:
-Zvedza Dennitza!-
-Guardiano
d’Acciaio…- gli si rivolge la donna -… ti dichiaro in arresto per crimini
contro il Popolo Russo.-
Appoggiata ad un parapetto sul ponte
superiore del traghetto Princess Maria, il nome di una delle figlie dello Zar
Nicola II, la Vedova Nera guarda allontanarsi il profilo di San Pietroburgo e
sente, improvvisa, una fitta di nostalgia. Fuggire dalla sua patria come una
ladra le pesa, ma non aveva scelta. Magari un giorno riuscirà a tornare e
risolvere tutte le cose in sospeso
-Dobryy ranok druzhyna Petrenko.[1]- il
suono di quella voce maschile la colpisce come una frustata ed è peggio quando
la stessa voce aggiunge in Russo –O preferisci che dica: dobroye utro gospozha Romanova?-[2]
L’hanno
scoperta? Natasha si gira di scatto pronta a difendersi e vede accanto a sé un
giovanotto dai folti capelli neri e profondi occhi azzurri che le sta
sorridendo. Con enorme stupore lo riconosce ed esclama
-Yuri!-
Yuri
Ivanovitch Petrovitch, figlio del mentore di Natasha Ivan, si limita a
sorridere.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Davvero poco da dire su
quest’episodio, quindi diciamolo subito:
1) Come
avrete intuito la storia delle Armi Immortali è stata da me rielaborata per
differenziarla da quella immaginata da Matt Fraction e Ed Brubaker. Nei
prossimi episodi ne sapremo di più.
2) Come
già detto in passato, John Aman è un personaggio creato da Bill Everett per la
Centaur Publications nel settembre del 1939 che ebbe una certa fama sino a che
chiuse i battenti nel gennaio 1942. I dettagli della sua origine sono tutti
corretti ed oltre ad aver ispirato Roy Thomas nella creazione di Iron Fist
(come esplicitamente ammesso da lui stesso nella dedica a Bill Everett, allora
da poco scomparso, nel primo episodio della serie di Danny Rand su Marvel
Premiere #15 del 1974) prima ancora era stato letteralmente rifatto nel 1966 da
Pete Morisi per la Charlton Comics con il suo Peter Cannon Thunderbolt, a sua
volta modello dell’Ozymandias di Watchmen. Anche su di lui ne saprete di più in
futuro.
3) I
personaggi di Frankie “Naso Piatto” Torello e Mike “Furetto” De Marco sono
ispirati a Johnny “No nose” DiFronzo e Marco “The mover” D’Amico, i veri
attuali capi del Sindacato di Chicago, la storica fazione della Mafia americana
che fu guidata da Al “Scarface” Capone. A quanto pare, ogni membro importante del
Sindacato ha un soprannome ed io mi sono adeguato.
4) Zvedza
Dennitsa, ovvero Stella del Mattino in Russo, è l’alias di Marya Meshkova, una
giovane geologa che fu mutata dalle radiazioni di una pietra ritrovata a Tunguska
in Siberia, dove nel 1908 avvenne una misteriosa esplosione probabilmente
dovuta alla caduta di un meteorite, ed acquisì il potere di generare raggi di
energia e calore oltre che il volo. Si unì ai Bogatyri, un gruppo di
superesseri nostalgici dell’Unione Sovietica che sognavano di restaurare.
U.S.Agent la chiamava (non si sa se per prenderla in giro o per difficoltà a
pronunciarne il nome) Izvestia Sandinista, fondendo il nome della famosa
agenzia giornalistica prima Sovietica e poi Russa con quello del movimento di
ispirazione marxista del Nicaragua. Tra i due, peraltro, si era sviluppato un
feeling che non ebbe seguito. Ora pare che la Stella del Mattino, come diversi
suoi ex compagni di cospirazione, abbia accettato di lavorare per il Governo Russo.
Del resto in MIT (e forse anche nella vita reale) pare che ora abbiano, almeno
in parte, gli stessi obiettivi.
Nel
prossimo episodio: la Vedova Nera torna negli Stati Uniti, il Guardiano
d’Acciaio deve combattere per la sua libertà, Nina McCabe scopre chi l’ha
ingaggiata e molto altro ancora.
Carlo
Carlo